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Blog di Google Italy

Arts & Culture

Le parole delle artiste, nel museo e online



Le didascalie delle opere d’arte sembrano una piccola parte di un museo, eppure quei brevi testi raccontano un’informazione essenziale: l’identità dell’artista. Cosa succederebbe se ci fermassimo a leggere con più attenzione? Ci accorgeremmo della notevole mancanza di spazio e voce data alle artiste donne. 


Questa è una delle ragioni dietro a Women Up, il programma radicale di sei anni della Galleria Nazionale di Roma. Women Up raccoglie molte delle opere di artiste della nostra collezione, concentrandosi sulla rappresentazione delle donne e sul danno generato dagli stereotipi ancora persistenti. Fa luce su cosa succede quando riequilibriamo la prospettiva sul genere. 
Contribuire a dare visibilità alle donne nel museo significa oltrepassare i confini dello spazio fisico ed esplorare nuove tecniche curatoriali. Ecco perché siamo entusiasti della partnership con Google Arts & Culture: abbiamo avuto la possibilità di mettere online l’intero programma Women Up insieme ad uno dei più importanti archivi femministi italiani e di inaugurare la mostra “lo dico lo — I say I”, che raccoglie le opere di 40 artiste italiane di diverse generazioni. 

Opera di Tomaso Binga, che ha sempre giocato con la sua identità, firmando i suoi lavori sotto pseudonimo e che rappresenta in questo quadro varie donne in bianco e nero..

Scoprite le artiste e le attiviste oltre le opere, come Tomaso Binga, che ha sempre giocato con la sua identità, firmando i suoi lavori sotto pseudonimo.


Per presentare le donne dietro le opere, abbiamo creato più di 130 storie. Potrete esplorare gli spiazzanti collage di Hannah Höch, le brillanti fotografie di Dora Maar, le incredibili tele surrealiste di Meret Oppenheim, e le immagini delle storiche performance di Marina Abramović, in cui il corpo diventa potente linguaggio espressivo. 
Abbiamo digitalizzato oltre 16.000 documenti dell’Archivio Carla Lonzi, fotografie, testi critici, inviti a mostre, scritti di Rivolta Femminile che ci guidano attraverso la vita e il lavoro della nota critica d’arte Carla Lonzi per capire le ragioni di una presa di posizione radicale che ha cambiato la storia del femminismo italiano. Per la prima volta, grazie alla tecnologia OCR (optical character recognition) di Google Arts & Culture, oltre 4.000 documenti sono stati trascritti automaticamente e resi ricercabili attraverso parole chiave. 

Immagine bianco e nero di Carla Lonzi.

Esplora l’archivio personale della critica d’arte e femminista Carla Lonzi, con alcune testimonianze preziose come questa fotografia sorridente di Carla con un’amica.


Infine, un ampio spazio è dedicato alla mostra “Io dico Io – I say I” che inaugura oggi alla Galleria Nazionale e su Google Arts & Culture, presentando le opere di oltre 40 artiste italiane. Undici di loro hanno acceso una webcam all’interno delle loro case e hanno raccontato il proprio lavoro e la partecipazione alla mostra. Di fianco ai loro volti, le mostre digitali delle loro opere ci permettono di entrare nel loro mondo, avvicinandoci a ogni dettaglio con un clic. 

Bambina indiana su tela.

Partecipa all’inaugurazione di “Io dico Io — I say I” la straordinaria mostra di oltre 40 artiste italiane di diverse generazioni. 

Rendendo accessibile l’intero programma Women Up su Google Arts & Culture, la Galleria Nazionale prosegue nel percorso dei musei come istituzioni socialmente sempre più attente e responsabili.