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Blog di Google Italy

La pasticceria giapponese cresce in Italia grazie al digitale

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Ancora prima che il sushi o il ramen arrivassero nei ristoranti italiani, i cartoni animati offrivano anche nel nostro paese una finestra sul mondo giapponese e sulla sua gastronomia. Intere generazioni sono cresciute così sognando di assaggiare alcuni dei piatti che vedevano consumare dai protagonisti. Tra questi cibi, c’erano sicuramente al primo posto dolci e spuntini, come gli iconici onigiri. Ecco, i nostri desideri sono stati esauditi: da qualche anno nel nostro paese ha aperto Hiromi Cake, pasticceria giapponese che oggi ha tre sedi tra Roma e Milano.

“Dopo aver lavorato nel mondo della ristorazione per diversi anni e aver aperto già due ristoranti in Italia” mi racconta la titolare Machiko Okazaki, che insieme ad altri due soci ha inaugurato Hiromi Cake nel 2018 a Roma, “sentivo il desiderio di far conoscere il mondo della pasticceria giapponese. È nato quasi come un gioco. Abbiamo preso un piccolo negozietto e iniziato a produrre molti dolci tipici che ricordavo dalla mia infanzia. Il nome stesso, Hiromi, deriva da un chioschetto da cui acquistavo la merenda sulla strada per raggiungere la mia scuola da piccola.”

I prodotti venduti si dividono in due macrocategorie: gli Wagashi e gli Yougashi. La prima categoria è quella dei dolcetti tradizionali giapponesi, come i Dorayaki e i Mochi; mentre la seconda comprende dolci di ispirazione occidentale ma realizzati con ingredienti nipponici. “Questi due mondi sono comunque parte della tradizione giapponese: perché oltre a consumare dolci tipici, ai giapponesi piace molto reinventare quelli provenienti da altri paesi. Come ad esempio la lemon tart rifatta con lo yuzu.”

Persona che infarina i dolci in una cucina

L’idea ha riscosso subito successo, e dal piccolo negozietto che era Hiromi Cake è arrivato ad avere oggi più di una sede e a servire più di 100 ristoranti - anche per merito dell’attenzione per il digitale, attraverso una strategia attenta e un e-commerce. “Il nostro giro d’affari è triplicato già alla fine del primo anno di attività. Questo anche grazie al lavoro che abbiamo svolto nell’indicizzazione Google e tramite gli strumenti di promozione e analisi come Google Ads,” racconta Machiko Okazaki.

“Ma è stato soprattutto il Profilo dell’attività a fare la nostra fortuna, e lo fa tuttora: per una novità come la nostra le recensioni di Google sono state vitali. Chi è incuriosito da qualcosa di nuovo, perché magari lo ha trovato sui social, va subito a vedere il profilo di un’azienda. Che se è curato e fornito di buone referenze convince il potenziale nuovo cliente a provare. Oltre, ovviamente, a incanalare il traffico verso lo shop online: abbiamo stimato che grazie al profilo le visite sull’e-commerce sono cresciute del 20-25 percento.”

Un processo di crescita che sembra destinato ad accelerare nei prossimi anni: l’obiettivo per il futuro, infatti, è quello di aumentare i punti vendita sul territorio, sia diretti che in franchising. Molto presto quindi potremmo avere la fortuna di poter avere una pasticceria giapponese vicino a casa!