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Blog di Google Italy

#2 Dati di fatto: come funziona la pubblicità online?

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Secondo appuntamento con #GoogleDatidiFatto, la serie che ogni settimana vi porta alla scoperta del mondo di Google. Nella puntata di oggi vogliamo rispondere a questa domanda: come funziona la pubblicità online?

La scorsa settimana abbiamo visto che Google guadagna principalmente grazie alla pubblicità e che, grazie alla pubblicazione di annunci, Google può mantenere le proprie piattaforme come la Ricerca, Google Maps e YouTube senza costi per tutti. Non solo: abbiamo visto come la pubblicità online abiliti un ecosistema digitale dove tutte le aziende, anche piccolissime, possono trovare il loro spazio per farsi conoscere e per crescere. Ma come funziona la pubblicità online?

Supponiamo che vogliate imparare a suonare la chitarra e, per cominciare, la vostra ricerca inizi su Google. Aprite quindi il motore di ricerca, digitate “lezioni di chitarra” e premete invio. In una frazione di secondo i sistemi automatici della Ricerca Google ordinano centinaia di miliardi di pagine web e altre informazioni per trovare i risultati più pertinenti e utili per quello che state cercando. Otterrete quindi un insieme di risultati organici che potrebbero essere preceduti da alcuni annunci pubblicitari. Vi ricordate come riconoscerli? Gli annunci associati ai risultati di ricerca sono sempre riconoscibili per due motivi: si trovano nella parte alta della pagina dei risultati e sono sempre contrassegnati dall’etichetta "Annuncio" o "Sponsorizzato". Se per la vostra ricerca non ci sono annunci utili da mostrare, come succede in realtà per la maggior parte delle ricerche, non ne vedrete nessuno e visualizzerete soltanto risultati organici che possono apparire in diversi formati: a volte sono pagine web, altre volte sono informazioni relative al mondo reale come una mappa o l'inventario di un negozio locale.

Si vede un telefono su sfondo blu circondato da una serie di annunci pubblicitari di diversi prodotti

Ma torniamo alle nostre lezioni di chitarra e supponiamo che, in questo caso, i risultati organici siano preceduti da annunci pubblicitari. Tra questi, eccone uno che trovate utile: un maestro che offre lezioni di chitarra online. Oppure un negozio che vende chitarre di seconda mano a un prezzo interessante. Se decidete di fare clic sull’annuncio per scoprire di più, Google riceve un pagamento dall’inserzionista. Se invece vedete l'annuncio, ma non vi interessa e non fate clic, all'inserzionista non viene addebitato alcun costo e Google non guadagna nulla. In questo caso, il maestro di chitarra e il negozio di strumenti musicali sono gli inserzionisti: hanno deciso di investire un budget su Google con Google Ads. Per questa ragione Google può mostrarvi il loro annuncio. E ve lo mostra perché, in base alle parole chiave che avete utilizzato per la vostra ricerca, pensa possa esservi utile in quel momento.

Questo è l’unico tipo di pubblicità che possiamo incontrare online quando cerchiamo qualcosa? No, non è l’unico. Google guadagna anche aiutando altri siti (che chiamiamo partner) a generare entrate con la pubblicità. Utilizziamo i dati per mostrarvi annunci che possano esserti utili sia su Google, come abbiamo visto poco fa, sia sui siti web e nelle app mobile dei nostri partner. In entrambi i casi la maggior parte dei ricavi è destinata al partner e contribuisce in questo modo a finanziare la produzione del contenuto e, di conseguenza, a far crescere in modo virtuoso l’intero ecosistema digitale.

Giunti a questo punto sorge spontanea una domanda: gli annunci del maestro di musica o del negozio di chitarre di seconda mano potrebbero anche essere utili, ma se aveste cambiato idea e non voleste più vederli, perché avete deciso di suonare il pianoforte, oppure di non suonare affatto, è possibile non vederli più? Sì, è possibile. Per Google è fondamentale che le persone abbiano il controllo sulla pubblicità che vedono online, mettendo sempre privacy e sicurezza al primo posto. Per controllare i tipi di annunci che si possono vedere su YouTube, sulla Ricerca Google e su Discover, le persone possono consultare “Il mio centro per gli annunci” all’interno del proprio Account Google. Non volete più vedere annunci relativi alle chitarre? Vi basterà semplicemente toccare il menu con tre puntini accanto a quell’annuncio e scegliere di vedere meno annunci di quel tipo.

Abbiamo parlato tanto di annunci e di pubblicità, un po’ meno di dati. E forse a questo punto vi state chiedendo, i vostri dati quindi a cosa servono? Prima di tutto, un aspetto importante: Google non vende le informazioni personali dei suoi utenti a nessuno, mai. E queste informazioni non vengono mai condivise con gli inserzionisti, a meno che siano proprio le persone a chiederci di farlo. Un esempio? Torniamo ancora una volta alla nostra chitarra. L’annuncio relativo alle chitarre di seconda mano vi interessa e volete contattare il negozio per telefono: selezionando il pulsante “Tocca per chiamare”, Google potrà fornire il vostro numero di telefono per mettervi subito in contatto con l’esercizio commerciale. L’annuncio non vi interessa più? Con “Il mio centro per gli annunci” potete scegliere di non vedere più annunci di quel tipo. Un’ultima cosa è importante ricordare: Non condividiamo mai informazioni personali con nessuno e non utilizziamo mai i contenuti che le persone memorizzano su Gmail, Foto e Drive per fini pubblicitari. Inoltre, non utilizziamo mai informazioni sensibili come salute, etnia, religione o orientamento sessuale per personalizzare gli annunci.

Questa osservazione ci porta quindi a un’altra domanda: che dati raccoglie Google? E perché? Ne parleremo nella prossima puntata di #GoogleDatidiFatto. Appuntamento alla prossima settimana!